Intervista a M.C.Olati, co-autrice del libro “L’aria è ottima. (Quando riesce a passare)”. A pomigliano il prossimo 22 Febbraio.
16th Feb

2014

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Intervista a M.C.Olati, co-autrice del libro “L’aria è ottima. (Quando riesce a passare)”. A pomigliano il prossimo 22 Febbraio.

Un altro evento (concerne la letteratura per adulti in programma nel calendario organizzato da Leggimi Forte) che merita di essere menzionato, è quello che si svolgerà il prossimo 22 Febbraio 2014. Alle ore 18.00 , infatti, presso l’Aula Consiliare del Comune di Pomigliano d’Arco, sarà presentato il libro “L’aria è ottima. (Quando riesce a passare)”. Oltre all’autore e alla co-autrice, personalità incarnate rispettivamente da Aniello Arena e Maria Cristina Olati, presenzieranno Armando Punzo (regista e fondatore della compagnia “Fortezza”) e Paolo Di Giannantonio (Giornalista RAI). A quest’ultimo il compito di condurre la serata. Il testo racconta in modo del tutto ironico ,tipica caratteristica di Arena, l’autobiografia dell’autore, sorprendente promessa del nostro panorama cinematografico e teatrale. A trasparire soprattutto, il dolente passato legato alla camorra, il presente che continua a portare l’ombra di un ex condannato all’ergastolo e il futuro che invece gli promette (come sta già accadendo) fama e gloria nell’ambito dello spettacolo dal vivo e non. A fare da sfondo, la cornice di una Napoli che difficilmente viene mostrata, se non per essere sottoposta a duri e talvolta ingiusti, processi mediatici. L’autore, inoltre, spiega apertamente sensazioni e sentimenti provati in cella. Infine denota il prezioso ruolo dell’arte in questa che è stata comunque la sua vicenda ed esperienza personale. Abbiamo avuto ai nostri taccuini, Maria Cristina Olati, co-autrice del libro. Conosciamola meglio;

La sua passione per i libri e per le storie l’ha portata a inventarsi il ruolo di scout&editor, cioè di chi le storie le fiuta e poi le scrive.
Ha una preferenza per le storie irregolari, per quelle vite che non sono proprio dei rettilinei.
Crede molto nella forza delle donne, non a caso tra le sue autrici, ci sono Laura Boldrini, Maria Luisa Busi e Igiaba Scego.
Deve molto a Milano, perché è la città che l’ha introdotta nell’editoria, ma senza il sangue napoletano, non avrebbe saputo di certo resistere nei momenti più difficili.

- Il testo a cui hai collaborato è un libro forte sotto tutti i punti di vista. Che effetto ti ha fatto lavorarci, con la consapevolezza che lo sfondo principale era proprio Napoli (tua città anche) ?

E’ stata un’esperienza unica, irripetibile. A Volterra è stato come ricreare un piccolo mondo napoletano, ed è stato per me come ricucire un rapporto che sembrava ormai perso.
E’ stato come rinsaldare una vecchia alleanza. L’unico mio rammarico, infatti, è stato abbandonare Napoli dopo gli studi.
Ho sempre cercato un progetto che avesse a che fare con Napoli, con la sua realtà complicata eppure piena di risorse, di improvvise rinascite.
Sia io che Arena per motivi diversi abbiamo lasciato Napoli e con questo libro ci siamo ritornati a capofitto!
A dirla tutta, anche Armando Punzo, il regista della Compagnia della Fortezza, è napoletano. Per la precisione, il triangolo è: Barra-Cercola-Pomigliano, quindi la provincia vera.
Naturalmente la lingua e la conoscenza del territorio mi hanno permesso di entrare nella realtà del racconto senza pregiudizi e con immediata sintonia.
Cioè io riuscivo a immaginare, con vere e proprie scene, le cose che mi raccontava Aniello, in questo non ho avuto difficoltà.

- Quali sono i caratteri che più ami del tuo lavoro?

Forse la cosa che più amo del mio lavoro è che non ti annoi mai, è una continua scoperta delle tue capacità e anche della tua sensibilità.
Perchè una storia per scriverla devi prima di tutto sentirla tua. Dopo un libro, come questo di Aniello, in particolare, non puoi certo essere la stessa persona di un anno fa.
E’ una crescita per entrambi. E’ questa, diciamo così, evoluzione, non è una cosa che succede con tutti i lavori.
L’altra cosa che mi piace del mio lavoro è che per un po’ ti dedichi a qualcun altro, e metti da parte te stessa. Non è male mettersi ogni tanto tra parentesi.

- Cosa ci racconti del rapporto con Arena?

Con Arena il rapporto si è costruito piano piano. All’inizio non c’era stato il cosiddetto feeling. Io stessa pensavo che per questo libro forse sarebbe stato più adatto un uomo.
E invece col tempo siamo diventati una “coppia” collaudata. Il libro è stato letto e riletto tante volte, io andavo sempre a Volterra e questa vicinanza ha contribuito molto alla fiducia che si è poi creata.

- Un consiglio che ti sentiresti di dare ai ragazzi napoletani che talvolta non hanno scelta se non quella di entrare s far parte della criminalità organizzata e anche a tutti i giovani del Sud, che spesso provano quasi un senso di abbandono dalla società.

Ci sono delle volte che si deve scappare, se le cose non funzionano o se non si sente di stare nel posto giusto. Perchè una strada propria bisogna trovarla, e molte volte non è vicino casa.
Il Sud è di sicuro una realtà difficile, ma non è sempre detto che questo sia uno svantaggio. L’unico consiglio che mi sento di dare è che bisogna lottare, la vita è una grande lotta, con momenti di grande soddisfazione, ma mai abbassare la guardia. Lottare vuol dire resistere, vuol dire non cedere alle difficoltà, e non arrendersi alle tentazioni facili perchè la vita è anche foriera di belle sorprese, se si sa rinunciare e aspettare il tempo giusto. Bisogna domare l’impazienza del tutto e subito.
Soluzioni come la malavita o l’apatia vogliono dire mettere già la parola fine.

- Progetti in corso e in cantiere?

Una scout è sempre in movimento, alla ricerca di autori, testi, nuove storie…

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