La versione di Blanca 103 di Patrizia Rinaldi – La Repubblica Napoli del 26/01/2024
28th Jan

2024

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La versione di Blanca 103 di Patrizia Rinaldi – La Repubblica Napoli del 26/01/2024

La versione di Blanca 103 di Patrizia Rinaldi – La Repubblica Napoli del 26/01/2024

Nel pomeriggio del 24 gennaio, al porto di Napoli, si è tenuto un incontro sulla nave MSC Fantasia, organizzato dal Centro Leggimi Forte di Pomigliano, dal responsabile Pasquale Avallone.

Alunni della Scuola Secondaria di I grado, Dante Alighieri di Marigliano, coordinate dalle insegnanti Castaldo, De Lorenzo e Giugliano hanno ascoltato le letture dell’attore Marcello Romolo, hanno visitato la nave da crociera e hanno avuto la possibilità di rivolgere domande dirette – del tutto prive di freni inibitori – al Comandante Giuseppe Maresca. Un alunno più intraprendente ha anche indagato sui compensi del personale di bordo.

Il sospetto che i cambiamenti arrivino dalle periferie cresce: come cresce la consapevolezza che le periferie debbano avere la possibilità di spostarsi verso centri ideali e fisici, spesso interdetti nella quotidianità.

Tempo fa, durante un incontro in una scuola di una borgata romana, notai che una professoressa aveva attaccato alle pareti dell’aula dei cartelloni con foto del Colosseo, della Fontana di Trevi, del Pantheon, di Campo de’ Fiori, di piazze, monumenti e vie di Roma indimenticabili.

Il titolo di quella specie di mostra fotografica permanente era “Gita all’estero”. Mi spiegò che la domenica i suoi alunni se ne andavano nei centri commerciali, tra alberi di plastica, luci e merci su merci, e che quasi tutti non conoscevano il centro della loro città. “Più di dieci milioni di persone vengono dall’estero per visitare la Città Eterna e i miei ragazzi non la conoscono, così ho pensato di rendere la bellezza negata parte del paesaggio scolastico”.

Portare i ragazzi di una scuola da Marigliano a bordo di una nave, mostrare da una prospettiva insolita il Maschio Angioino, il mare aperto e la Napoli del centro dei centri ha un valore culturale che chi opera in tutte le periferie d’Italia può comprendere appieno.

Al punto in cui siamo non sono certa che la bellezza salverà il mondo, ma invece so che non educare al bello e al buono non lo farà di sicuro. E i sentimenti, anche quelli utili a cambiare rotta, si servono di parole, di parole lette, di parole dette e ascoltate.

Alla mia tenera età ancora non riesco a capire perché le tabelline, i teoremi, l’algebra, tutto il fascino matematico scientifico, si possono insegnare e la lettura no. Invece si possono assegnare letture di libri, tipo punizione estiva, durante le vacanze. Si può sconfiggere il gusto ludico delle parole belle che ci portano in mille avventure offendendolo con la più spietata delle ingiurie: “leggere è noioso”.

La lettura si insegna e, una volta diventata nostra, sarà lei a insegnare che il centro e il mare si possono conquistare con lo sguardo di conoscenza, che gli alberi finti dei centri commerciali non devono essere scelti come unico approdo domenicale, che il mare bagna Napoli e si può andare a trovarlo,

 

anche se a volte ci sentiamo lontani e il mare che ci spetta pare un amico che si è trasferito in un’altra città.

Il sogno è sempre lo stesso: che il cambiamento arrivi da sud, che armatori culturali fondino nuove prospettive, nuove rotte. Il sogno, per pudore sussurrato, vorrebbe invece gridare il desiderio che non vinca l’estetica di plastica, quella che comprende disvalori potenti che promettono tutto e subito, ma una dignità del sapere faticosa e pure lenta, che ci riporti di nuovo a scalare persino il mare.

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