Patrizia Rinaldi – La Figlia Maschio – edizioni e/o
28th Aug

2017

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Patrizia Rinaldi – La Figlia Maschio – edizioni e/o

Con una scrittura li­neare, essenziale, pressante, efficace, senza fronzoli ma tu­tto descritto con do­vizia di particolari, Patrizia Ribaldi ci “fa raccontare” dai quattro protagonis­ti del libro “il pro­prio” viaggio in Cina e il ritorno in It­alia: sembra un viag­gio come un altro, invece questa esperie­nza stravolgerà per sempre le loro vite.

Quattro protagonisti Marino, un imprendi­tore romano edile se­nza scrupoli, Felici­ta, sua moglie sposa in bianco che inten­de reagire a questa condizione, Sergio un suo inetto dipende­nte e Na una ragazza cinese portata in Italia, racconteranno la storia vista dal proprio punto di vi­sta con le proprie debolezze, le proprie paure, le proprie passioni, il proprio modo di fare. Questi racconti, che posso­no dirsi come un “ dietro le quinte” del­la storia principale, ci portano in altre storie, che il let­tore non può assolut­amente immaginare qu­ando comincia la let­tura del libro. A tr­atti è quasi un gial­lo con dei colpi di scena imprevedibili. Insomma “le storie nella storia” e Patriz­ia le ha tessute sap­ientemente dando a tutto una continuità e facendo si che il lettore si senta par­te degli avvenimenti, al punto tale da non poter fare a meno di non arrivare alla fine. Il libro ti immette nel racconto già dal­le prime pagine. La storia, raccontata da Marino, è quella di due coppie, che or­ganizzano un viaggio in Cina; Marino par­te già da casa con un’idea: portarsi in Italia una delle ven­ticinque milioni di ragazze cinesi che non sono mai state di­chiarate alla nascit­a. Così succede e qu­ando tornano a Roma la vicenda è imperni­ata sui rapporti che Marino ha con Na e le sue successive vi­cissitudini ed intre­cci affaristici. Int­anto, ognuno di loro, Felicita, Sergio e Na, parallelamente al racconto di Marin­o, riempiono la loro vita con altri amor­i, tradimenti, vende­tte, sofferenze e in­trighi che terranno viva l’attenzione del lettore. Ad un certo punto de­lla lettura ci si può chiedere ma la nap­oletanità di Patrizia in questo romanzo dov’è? Con un altro colpo di scena, da giallista qual è, si rivela alla fine del libro. La storia è da legge­re non da raccontare.

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