P. Rinaldi, Ma già prima di giugno, e la bellezza della parola scritta
10th Jun

2015

Foto di Ciro Orlandini

P. Rinaldi, Ma già prima di giugno, e la bellezza della parola scritta

Il 9 giugno scorso è stata davvero una giornata emozionante per Leggimi Forte. Sì, perché nonostante la pioggia e le avverse condizioni meteorologiche, alla Feltrinelli di piazza dei Martiri si è svolta la presentazione del libro “Ma già prima di giugno” della nota, nonché grande amica, Patrizia Rinaldi. A moderare l’evento Pierluigi Razzano, con il supporto delle letture dell’attore Marcello Romolo. Il testo, edito E/O, narra la storia di due donne, una madre, Maria Antonia, e la figlia, Ena.

La prima è costretta ad affrontare lutti, miseria, una tristezza senza eguali causata dalla perdita del primo marito nelle foibe. Tuttavia, ad accompagnarla c’è comunque la voglia di continuare a lottare e di non darsi mai per vinta. La seconda, invece, è una donna ormai “quasi vecchia” costretta a letto dalla rottura del femore. Una donna che giunta all’apice della sua vita, di sicuro non priva di inquietudini, ci trasporta in un racconto (monologo al tempo stesso) suscitando riso appropriato, che non scade nella banalità.

Il tutto si svolge in un lasso di tempo che va da prima della seconda guerra mondiale agli anni sessanta. È giusto mantenersi sobri sulla trama, perché il pubblico possa gustarla al meglio, assaporando lentamente un lavoro ben ritmato. Lavoro che, secondo P. Razzano, potrebbe già definirsi un “classico contemporaneo”. Patrizia ha svelato man mano che questo libro è accanto a lei da 5 anni circa ed è il più caro. Lo ha scritto solo per amore e ha voluto focalizzare la sua attenzione sulla storia delle persone che a loro volta sono nella Grande Storia.

Una delle chicche più interessanti di “Ma già prima di giugno” è che l’autrice, pur essendo una grande amante del noir, qui ha deciso di far piombare il finale in prima pagina. Un aspetto strano, ma che lancia una provocazione letteraria, per dirla in questi termini. Per quanto concerne lo stile, ci troviamo dinnanzi a un caso più unico che raro in letteratura. Parole che ti scivolano, attraversando con la magnifica architettura della composizione, ogni lato dell’essere. Fisico, spirituale, quasi filosofico.

Bene, non c’è altro da aggiungere, poiché l’emozione di quei momenti va oltre la parola, anche se quella scritta è adorata profondamente dalla nostra cara amica.

Foto di Ciro Orlandini

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